Comunità Energetiche

Comunità Energetiche

Insieme, possiamo essere più Green!

Cittadini, imprese, comunità ed enti possono unirsi, per produrre e condividere la propria energia elettrica derivante da fonti rinnovabili.

Autoconsumo Collettivo e Comunità Energetiche Rinnovabili sono ormai una realtà di fatto e, anche se spesso vengono assimilati, in realtà sono due concetti ben diversi seppur finalizzati allo stesso risultato: favorire la produzione di energia elettrica rinnovabile a chilometri zero e la diffusione delle reti intelligenti (smart grid).

Entrambi i sistemi si fondano su una gestione efficiente della produzione e dell’utilizzo di energia rinnovabile ma differiscono tra loro in molti elementi, vediamo nel dettaglio.

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AUTOCONSUMO COLLETTIVO

Un gruppo di almeno due prosumer (consumatori e produttori allo stesso tempo) che si trovano nello stesso edificio o condominio e che intendono produrre energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e accumulare o vendere alla rete elettrica l’energia prodotta in eccesso, purché tali attività non costituiscano l’attività commerciale o professionale principale.

L’esempio classico è quello di un condominio con più unità abitative e con un impianto fotovoltaico installato nell’area comune, in grado di soddisfare una quota del fabbisogno di energia elettrica sia per le utenze condominiali che per quelle delle unità immobiliari autonome (appartamenti), e la cui energia prodotta in eccesso, rispetto ai fabbisogni dei consumatori, è immessa in rete per la vendita.

COMUNITÀ ENERGETICA RINNOVABILE

Quando l’autoconsumo collettivo trascende l’ambito di un unico edificio o condominio.

Si tratta di un soggetto giuridico finalizzato alla produzione e condivisione di energia elettrica rinnovabile che può essere composto da privati cittadini, condomini, enti religiosi, onlus o associazioni del terzo settore, attività commerciali, enti pubblici o piccole e medie imprese (per le quali la produzione e cessione dell’energia all’interno della comunità energetica non deve rappresentare l’attività principale). Dal momento che, per legge, lo scopo di una Comunità Energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’associazione non riconosciuta o della cooperativa.

La principale differenza tra Autoconsumo Collettivo e Comunità Energetica Rinnovabile, quindi, è nella costituzione dei due meccanismi.
In ogni caso, per entrambe, gli obiettivi di sostenibilità sono i medesimi, tra i quali si ricordano:

velocizzare e favorire i processi di transizione energetica e di decarbonizzazione, per diffondere un modo di produrre energia sempre più green e sostenibile;
promuovere l’uso di fonti rinnovabili gratuite e illimitate per natura;
incidere positivamente sul risparmio energetico ed economico di chi adotta queste soluzioni;
ridurre l’impatto ambientale in ogni sua forma.

La normativa sull’Autoconsumo Collettivo e sulle Comunità Energetiche non fa riferimento specifico a quale tecnologia rinnovabile deve essere adottata, ma quella che si presta meglio è sicuramente il fotovoltaico.

Come ottenere gli incentivi

Una volta che l’impianto fotovoltaico è in esercizio, la Comunità Energetica Rinnovabile o il Gruppo di Autoconsumo Collettivo possono fare richiesta al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa.

Gli incentivi sono riconosciuti per 20 anni ma solo per l’energia condivisa all’interno della Comunità Energetica Rinnovabile o del Gruppo di Autoconsumo Collettivo, cioè quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione.

Se la produzione è superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto soltanto il valore economico dell’energia, senza altri benefici.